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La cartolarizzazione è una tecnica finanziaria consolidata, profondamente regolata ed ampiamente diffusa nella finanza tradizionale (TradFi) che, a seguito dell’incessante evoluzione dell’ingegneria finanziaria negli ultimi decenni, copre una vasta gamma di assets finanziari sottostanti, sia performing che non, inclusi quelli tradizionali (plain vanilla) e quelli più complessi (esoterici). Fa parte integrante dell’impianto regolatorio dei principali attori che ne fanno uso, in primis banche ed investitori istituzionali.

Tramite la cartolarizzazione, un qualsiasi insieme di attività finanziarie può essere segregato in un veicolo dedicato e finanziato, ovvero trasformato e frazionato in strumenti finanziari negoziabili, rendendo così accessibile il sottostante a un ampio pubblico di operatori finanziari.Viceversa, la ‘tokenizzazione’ degli stessi assets finanziari tramite l’applicazione della tecnologia Blockchain è un processo che mira a ottenere gli stessi obiettivi della cartolarizzazione all’interno di un’infrastruttura tecnologica innovativa, immutabile ed altamente scalabile. Di fatto, rappresenta un’evoluzione della stessa con numerosi vantaggi rispetto alla versione di base TradFi.

Diversità e diversificazione degli assets sottostanti, frazionamento e negoziabilità dei titoli rappresentativi degli stessi, allargamento della platea dei possibili partecipanti, efficienza e costo-efficienza del processo, robustezza ed affidabilità del framework contrattuale sottostante, compliance con l’impianto regolamentare degli originators e degli investitori, accesso completo a un set informativo dettagliato sugli assets sottostanti, sia storico che in tempo reale, sono le caratteristiche ormai consolidate sviluppate nel corso di decenni di utilizzo della cartolarizzazione nella finanza tradizionale, che la tecnologia Blockchain mira a replicare e migliorare.

Molto è stato già detto e scritto sui vantaggi offerti dalla diffusione di smart contracts ed applicazione della ‘distributed ledger technology‘ al mondo dei servizi finanziari e, per analogia, anche al settore delle cartolarizzazioni. È utile soffermarsi su alcune macroaree ed in particolare (i) la creazione e negoziabilità degli strumenti rappresentativi degli assets sottostanti e (ii) l’archivio informativo storico e dinamico sulle vicende degli stessi.Il primo punto, relativo alla creazione e negoziabilità degli strumenti (siano essi titoli, bonds o tokens), sta affermandosi a tappe forzate con un rapido e costruttivo dialogo con le autorità di controllo dei mercati.

L’accelerazione degli studi di fattibilità per la creazione di valute digitali promossi dalle principali banche centrali mondiali contribuisce a creare il giusto framework nel quale l’evoluzione dalla TradFi all’ampia adozione della Blockchain trova il giusto stimolo. A testimonianza di tale accelerazione, basti leggere l’obiettivo enunciato nella ‘Call for Proposal 2022 di Banca d’Italia che riassume perfettamente il ruolo propulsivo e sensibile all’innovazione della nuova tecnologia ormai adottato dai nostri regolatori: “Applicazione della tecnologia basata su registri distribuiti (Distributed Ledger Technology – DLT) ai servizi bancari, finanziari, assicurativi e di pagamento, con particolare riguardo al presidio delle esigenze di: affidabilità della governance ed in conformità alle disposizioni applicabili e agli orientamenti espressi dalle Autorità; robustezza dei meccanismi di regolamento, con particolare riferimento alle soluzioni in grado di assicurare il regolamento finale dei pagamenti in moneta di banca centrale; interoperabilità con altre piattaforme DLT […]; certezza e sicurezza dell’operatività sotto i profili tecnici e legali (ad esempio in termini di definitività delle transazioni); tutela della clientela“.

Il graduale avvicinamento e diffusione tra gli investitori istituzionali dell’utilizzo dei security tokens, parallelamente al consolidamento di prassi e presidi di compliance, fertilizzano il terreno sul quale la nuova tecnologia prospererà e si diffonderà.Meno ovvia ma non meno importante è la seconda macroarea dove il passaggio dalla TradFi all’adozione diffusa della tecnologia Blockchain può portare a grossi vantaggi ed a profonde trasformazioni nell’industria finanziaria: la gestione dei dati relativi agli assets sottostanti.

Anche nelle cartolarizzazioni pubbliche, l’accesso completo a un set informativo dettagliato sugli assets sottostanti, sia storico che in tempo reale, è un processo inefficiente, imperfetto, parziale e complicato: solo un investitore che avesse seguito un’operazione sin dalla sua genesi avrà a disposizione l’intera documentazione storica. Viceversa, per nuovi investitori interessati ad entrare sul mercato secondario di una cartolarizzazione, la raccolta e l’analisi dettagliata del background contrattuale e reportistico potrebbe costituire un freno ovvero un grosso sforzo organizzativo sia per loro che per i master servicers, ormai sempre più obbligati ad archiviare, elaborare ed a fornire in modalità facilmente fruibili, informazioni approfondite sulle vicende del sottostante. Il passaggio ad un’architettura Blockchain standardizzata renderà estremamente fruibile ed accessibile l’intero set infodocumentale, contribuendo a creare/ravvivare un mercato secondario sui tokens relativi al sottostante, facilitando il rispetto degli obblighi imposti dai regolatori sulle figure chiave tra i fornitori di servizi di una cartolarizzazione.

La sfida è aperta tra sviluppatori e gestori di piattaforme basate su Blockchain e classici fornitori di infrastrutture TradFi a posizionarsi rapidamente ed occupare efficientemente gli spazi che si stanno aprendo grazie al rapidissimo sviluppo del contesto normativo regolamentare oltre che tecnologico e che inevitabilmente rivoluzioneranno la tipologia e la modalità dei servizi offerti e pertanto l’identità di certi soggetti. Non a caso in diversi paesi europei già oggi non è più necessaria la figura del master servicer, essendo ormai perfettamente riconosciuta la piattaforma Blockchain (ed il relativo fornitore) da investitori, originators e service providers, se ovviamente in piena compliance con gli standard normativi e regolamentari previsti localmente.